Mentre incendi devastanti bruciavano il Canada e distruggevano l’isola di Maui alle Hawaii, la costa ovest degli Stati Uniti veniva percorsa dall’uragano Hilary. Stati desertici come la California e il Nevada hanno dovuto affrontare in un giorno una quantità di pioggia superiore a quella che ricevono in un anno. Il terreno arido non assorbe l’acqua ma la trasforma in grosse colate di fango che, nel mezzo di un uragano, diventa un elemento pericoloso e distruttivo quanto pioggia e vento.

Cos’è (stato) l’uragano Hilary

Hilary si è formato da una perturbazione che nel sud del Messico si è associata a un’ondata di bassa pressione tropicale, entrata nell’oceano Pacifico dall’America Centrale il 12 agosto 2023. Aumentando di forza, ha preso il nome di tempesta tropicale il 16 agosto, per poi diventare un uragano il giorno successivo. Intensificandosi ancora, ha raggiunto il suo picco tra 17 e 18 agosto come uragano di categoria 4, con venti fino a 235 km/h e una pressione centrale di 939 millibar (mbar).

Grazie alle temperature più fresche e all’aria più secca incontrate, l’uragano Hilary è di nuovo tornato a essere tempesta tropicale, arrivando in California del sud il 20 agosto e del nord il 21, dove è stato riclassificato ciclone post-tropicale.

Nel complesso, l’uragano Hilary ha interessato circa 26 milioni di persone, causato 4 morti e battuto alcuni record. Quest’ultima può essere di per sé una notizia curiosa, ma è anche preoccupantemente indicativa degli effetti del cambiamento climatico.  

In California fango e acqua fino a 1,5 metri

La California del sud è una regione molto arida che ospita infatti uno dei luoghi più caldi del pianeta, la Death Valley, la Valle della morte. Con l’uragano Hilary, la California del sud ha visto la sua prima tempesta tropicale dopo 84 anni, che ha causato inondazioni nelle aree desertiche interne.

Secondo dati riportai da Nbc, Palm Springs ha ricevuto quasi un anno di pioggia in 24 ore (poco meno di 11 cm), Furnace Creek che di solito vede mezzo centimetro di pioggia in agosto ne ha registrati 1,6 e il Parco della Death Valley ha battuto il proprio record con 5,5 cm di pioggia (l’equivalente di un anno intero), che ne hanno decretato la chiusura a tempo indeterminato.

Gli effetti degli incendi amplificano quelli dell’uragano

Di solito la California in estate si trova a lottare contro gli incendi e le autorità non erano del tutto pronte ad affrontare un “evento meteorologico senza precedenti” come l’ha definito la sindaca di Los Angeles (la maggiore città dello stato) Karen Bass in una conferenza stampa.

E proprio gli effetti degli incendi hanno amplificato quelli dell’uragano. Come spiegato dal National Weather Service, la superficie dei terreni bruciati diventa idrorepellente e scivolosa, e l’acqua che normalmente verrebbe assorbita scorre via molto rapidamente.

In questo modo si sono formate colate di acqua e fango che in alcuni punti hanno raggiunto un’altezza di 1,5 metri, provocando danni economici ingenti, spaccando strade, inghiottendo edifici e automobili e mettendo a repentaglio la vita delle persone.

In aggiunta a tutto ciò, proprio durante il passaggio della tempesta Hilary, lo United States Geological Survey ha registrato un terremoto di magnitudo 5,1 della scala Richter nella California meridionale.

L’uragano Hilary ha battuto i record di precipitazioni in un giorno

Secondo dati forniti dal Weather Prediction Center della National Oceanic and Atmospheric Association e riportati dalla Nbc, quattro Stati hanno battuto i propri record di precipitazioni: Montana, Nevada, Oregon e Idaho. Record che si sono alzati in anni recenti, secondo una tendenza che gli scienziati attribuiscono al cambiamento climatico in atto. Il Nevada è lo stato più arido degli Usa, con un ecosistema principalmente desertico, eppure ha ricevuto in un giorno dalla tempesta Hilary 2,34 cm di pioggia, quasi la quantità che riceve in un anno (2,62 cm).

Immagine: Envato