Per dare impulso alla conoscenza di principi e pratiche dell’economia circolare nel sistema industriale Confindustria – la Confederazione generale dell’industria italiana – sta proponendo un roadshow dedicato sul territorio nazionale. In questi incontri si sta rivelando fondamentale, per dare concretezza alla proposta, la testimonianza portata dalle imprese che sono già player “circolari” consolidati, come Viscolube. 

L’azienda è oggi diventata un soggetto di riferimento riconosciuto nel panorama internazionale per ciò che riguarda la gestione sostenibile di materie e prodotti particolarmente critici. A partire dal core business rappresentato dalla rigenerazione degli oli lubrificanti usati, il gruppo estende le proprie attività verso la rigenerazione dei solventi, attraverso la società Bitolea, acquisita nel 2017. Ma l’aspetto che avvicina di più l’esperienza di Viscolube a quella di un modello maturo di gestione circolare multifiliera è la creazione di un network denominato Viscoambiente composto da un gruppo di 12 aziende attive a livello nazionale nella raccolta, gestione e trattamento di rifiuti industriali, così come nella consulenza ambientale al servizio delle aziende compresi i servizi di analisi chimiche. 

I rifiuti gestiti da Viscoambiente spaziano dai pericolosi ai non pericolosi, emulsioni e reflui oleosi, oli minerali usati, oli vegetali, fanghi, batterie, pile e rifiuti elettrici ed elettronici, amianto e rifiuti di cantiere e in generale i rifiuti industriali delle aziende.

È un elenco che racchiude buona parte dei materiali o gruppi di materiali più complessi nell’essere gestiti come rifiuti e, laddove possibile, riciclati. 

Nel farsi carico di affrontare questa sfida Viscolube si colloca in posizione chiave entro uno dei quattro principali modelli di business dell’economia circolare: quello che vede la rigenerazione come processo alla base della realizzazione di catene di produzione circolari.

Attorno alle “storiche” performance da leader europeo nel campo della rigenerazione degli oli lubrificanti, si è quindi aggregato un più ambizioso programma di sviluppo che ridisegna l’identità del Gruppo come player integrato nella gestione dei rifiuti e nella loro valorizzazione quanto più possibile associata alla produzione di prodotti da reimmettere al consumo.

A oggi i risultati che in questo ambito Gruppo Viscolube può vantare si sintetizzano in cifre come segue:

  • trattamento di circa 190.000 ton/anno di oli usati in due impianti. Produzione di oltre 125.000 ton/anno di basi lubrificanti rigenerate e 23.000 ton/anno di bitume. Le basi lubrificanti rigenerate di Viscolube hanno caratteristiche prestazionali equivalenti e a volte superiori alle basi provenienti dalla prima raffinazione attualmente sul mercato;
  • gestione di 400.000 ton/anno di rifiuti industriali speciali, prevalentemente pericolosi, dalla raccolta allo smaltimento finale;
  • raccolta di 90.000 t/anno di solventi usati, recuperandone quasi il 60%. Produzione e commercializzazione di 55.000 t/anno di solventi puri.

Per svolgere nel modo più efficace le funzioni che il gruppo intende mettere a disposizione all’interno dello scenario italiano dell’economia circolare, ai servizi di raccolta, stoccaggio e trattamento si affiancano consulenza ambientale e servizi di intermediazione. Una strutturazione articolata, che permette di interfacciarsi con un ecosistema di imprese molto diversificato in termini di scala. 

Quello italiano è un tessuto produttivo frammentato, dove la piccola impresa è spesso l’interlocutore prevalente, fattore che rende essenziale la capacità di fornire il know-how che difficilmente la piccola dimensione aziendale permette di sviluppare in proprio, nonché la capillarità nell’erogazione dei servizi sul territorio. La conoscenza, e la sua diffusione presso i clienti/produttori dei rifiuti dei corretti sistemi di gestione dei rifiuti stessi, è infatti un ingrediente insostituibile di una strategia che miri a favorire e consolidare la transizione di un sistema industriale lineare verso un diverso modello operativo, quello circolare.

Per evitare che “economia circolare” si avvii a diventare in Italia un hype, una specie di “bolla mediatica” invece che una concreta e necessaria prospettiva di sviluppo, il ruolo di soggetti esperti come il gruppo Viscolube è quindi determinante. Interagendo con un ampio numero di stakeholder e in diverse filiere, fornisce un impulso positivo non solo in termini di compliance ma anche di acquisizione di consapevolezza del ruolo delle attività produttive in un contesto sociale e ambientale. 

In questo momento storico di transizione verso economie sostenibili, senz’altro Viscolube può rappresentare nel panorama europeo un sistema autentico e credibile di circular economy: recupera un rifiuto ad alto potere inquinante, l’olio minerale esausto, e lo reimmette sul mercato come nuove basi rigenerate, un prodotto riciclato e performante. E considerando l’insieme di aziende che ha aggregato attorno a questo modello, ampliando gli orizzonti rispetto agli oli esausti, potrebbe in breve tempo rappresentare un modello di simbiosi industriale italiana per la green economy.  

 

 

Viscoambiente, www.viscoambiente.it

Gruppo Viscolube, http://viscolube.it/it