Ecco perché. I produttori, in generale, non progettano i prodotti in modo che vengano riusati, riparati o che si possano recuperare le parti preziose alla fine della loro vita. Non è una pratica scellerata, ma il risultato di decenni di modelli di business focalizzati sulla vendita di nuovi prodotti in un mercato altamente competitivo.

I produttori e i loro manager sono premiati per nuove vendite sia in termini di profitto che di aumento del valore delle azioni. Non guadagnano niente quando fate riparare i vostri apparecchi. Di fatto ogni apparecchio riparato è uno in meno venduto. Apple ha riconosciuto questo problema nella sua ultima guida per gli investitori e ha prontamente perso valore in borsa. La riparazione non è una buona cosa per i produttori.

Né i prodotti elettronici sono progettati per facilitare il disassemblaggio, la riparazione o il riuso. I produttori prevedono la necessità di parti riparabili in garanzia, ma niente di più.

Questo genera un’enorme problema nella chiusura del cerchio. Le parti non sono compatibili tra un modello e il successivo e spesso variano nell’arco del periodo di produzione. Di fatto i riciclatori ricevono una varietà sconcertante di prodotti in ordine casuale. La sola selezione e identificazione dei prodotti o delle parti che hanno un valore e di quelle che non ce l’hanno richiede un intenso lavoro. È necessario altro lavoro per disassemblare e rimuovere le parti per il riuso e la rivendita. Non sorprende che il tasso di recupero di componenti e prodotti elettronici oscilli intorno al 14% anche nei flussi di materiali meglio curati.

Poi c’è il problema del valore delle materie prime. Le parti di maggior valore della maggioranza dei prodotti di consumo sono spesso gli alloggiamenti di metallo e di plastica, che vengono facilmente separati e venduti come materie prime. Le viti hanno un valore ma non i circuiti stampati. Questi richiedono una dissaldatura particolare per recuperare quantità minuscole di metalli preziosi e il resto del circuito finisce comunque in discarica. In realtà i camionisti guadagnano dal trasporto più di quanto la maggior parte delle municipalità realizzi in valore dalle parti recuperate.

In aggiunta a queste difficoltà, i produttori hanno attivamente dissuaso i consumatori a riparare e continuare a usare i prodotti acquistati. Producono apparecchi progettati per guastarsi. Includono batterie che hanno una vita limitata, usano la colla per bloccare le batterie rendendo impossibile sostituirle. Molte aziende rifiutano di fornire la documentazione, i ricambi e gli attrezzi per consentire la riparazione. Alcune addirittura promuovono aggiornamenti software dannosi per deteriorare le prestazioni in concomitanza con l’uscita di nuove versioni dei prodotti.

Incentivare la riparazione ha un enorme potenziale inutilizzato per ripristinare la visione del cerchio. I consumatori vogliono continuare a usare le cose che hanno comprato perché a loro piacciono. Sappiamo per esperienza che quasi tutti cercano prima di far riparare, e rimpiazzano solo quando non è possibile riparare. La riparazione è l’attività che favorisce l’uso esteso e aumenta il valore degli apparecchi usati. Il costo della riparazione è cruciale per la conservazione del valore dell’apparecchio.

Se la riparazione è diffusamente disponibile si crea un mercato dei ricambi che vanno recuperate per la rivendita da parte di ri-utilizzatori, tecnici riparatori e riciclatori. Le attività di riparazione risponderanno rapidamente all’opportunità di crescere, creando una maggiore domanda di ricambi recuperati, e a loro volta ridurranno il volume di scarti che necessitano di lavorazione allungando contemporaneamente il tempo di vita utile di quello che già possediamo.

The Repair Association, https://repair.org