Solo nell’Unione europea, i veicoli a fine vita generano annualmente tra gli 8 e i 9 milioni di tonnellate di rifiuti. Ad occuparsi del recupero, riciclo e smaltimento ci sono i demolitori degli autoveicoli, un settore che dal 2020 aspetta pazientemente la revisione di una direttiva ormai vecchia di 23 anni e che si chiede cosa lo aspetti in un futuro pieno di incognite.

Per ora la proposta, che con ogni probabilità diventerà regolamento, è sui tavoli di Bruxelles e non verrà annunciata prima di fine luglio. All’interno dell’Associazione Demolitori Autoveicoli (ADA) italiana c’è incertezza sui contenuti tanto quanto sulle tempistiche. L’iter legislativo è, come spesso accade, molto lungo. Intanto, il nuovo regolamento UE per batterie più sostenibili e circolari ha avuto la precedenza sui veicoli a fine vita, anche per l’urgenza di imporre ai costruttori di veicoli elettrici la progettazione di batterie più durevoli, facili da sostituire e da riciclare, tracciabili e realizzate con maggiori percentuali di materiali recuperati. “Viste le imminenti elezioni del Parlamento europeo e possibili cambi di scenari, a mio avviso ci si accorderà su un regolamento definitivo non prima del 2025 – dice a Materia Rinnovabile Anselmo Calò, presidente dell’Associazione Demolitori Autoveicoli – Abbiamo diversi interrogativi che riguardano le tempistiche, ma anche sule crescenti attenzioni delle case produttrici di auto per il business del reimpiego e del riciclo delle componenti”.

Veicoli elettrici ed EPR: quali novità?

Attualmente i costruttori di veicoli e di equipaggiamenti devono tener conto della demolizione, del riutilizzo e del recupero dei veicoli quando progettano i loro prodotti. Utilizzo dei ricambi e materiale riciclato saranno alcuni dei punti chiave del nuovo regolamento. Tuttavia la transizione verso veicoli elettrici non semplifica di certo il lavoro dei demolitori, che dovranno aggiornare impianti e competenze per essere in grado di trattare i diversi tipi di veicoli. “Per comprendere meglio gli scenari che ci aspettano abbiamo commissionato all’Università di Lecce uno studio sull’impatto dell’elettrico nel nostro settore, ci aiuterà a capire come cambieranno i nostri impianti di trattamento”, aggiunge Calò.

Per i produttori oggi l’EPR nel settore automotive consiste nel rendere riciclabile almeno l’85 % del peso del veicolo, non utilizzare sostanze pericolose e fornire sistemi per raccogliere i veicoli fuori uso. Con il regolamento le responsabilità potrebbero aumentare sia per quanto riguarda i costi di smaltimento che per la gestione in toto del recupero e del riciclo dei veicoli.

Un importante attore come Stellantis, attivo nella produzione dei veicoli elettrici, si pone l’obiettivo di decuplicare i ricavi su tutta l’area del recycling e abbattere le emissioni di CO2 del 75% entro il 2030. Per questo sta stringendo diverse collaborazioni con il network dei demolitori per garantire un flusso circolare dei pezzi riciclati verso la nuova produzione. A Mirafiori è già operativo un laboratorio di remanufacturing, un’attività circoscritta alle vetture sperimentali del gruppo per capire e valutare tutte le attività di riparazione, riuso e riciclo.

Il problema dei depositi auto illegali

Secondo il presidente ADA Anselmo Calò, in Italia il problema dei depositi illegali di veicoli dismessi è limitato soprattutto alle auto rubate, il che significa che solo le forze dell’ordine possono agire.
“Il vero problema forse sta nel fatto che i veicoli esportati – specialmente nell’Est Europa in Paesi come Romania e Bulgaria - finiscono per essere demoliti e non venduti come bene riutilizzabile”. Una delle soluzioni proposte dalla filiera è quello di depennare agilmente i veicoli dal registro nazionale e inserirli nel registro di un altro Stato. Questo tracciamento consentirebbe una migliore trasparenza, anche se potrebbe essere applicato solo a Paesi europei muniti di registro.
Un modello di gestione a cui fare riferimento potrebbe essere quello francese, la cui normativa entrerà in vigore il prossimo anno. La proposta di legge segna una stretta contro l’abbandono e il trattamento abusivo delle vetture in centri non autorizzati, sostiene l’ecodesign e fissa sistemi in grado di garantire la tracciabilità dei veicoli limitando l’illegalità.

La proposta di regolamento europeo a cui sta lavorando Bruxelles dovrebbe prevedere anche la messa a disposizione di officine e di centri di raccolta per la riparazione e utilizzo dei ricambi usati delle componenti elettroniche. Per rendere efficienti questi centri è fondamentale fornire ad ogni componente codici di accesso per facilitare il loro riutilizzo. Nei veicoli di oggi sempre più digitalizzati e dipendenti dall’elettronica, i ricambi spesso non sono utilizzabili proprio per la mancanza dell’accesso ai codici.

Immagine: Envato Elemants