Cooperazione tecnologica, partnership e finanza per aumentare l’impatto e la scalabilità delle iniziative in materia di economia circolare. Sono questi i tre principi guida che fonderanno la Resource Efficiency Circular Economy Industry Coalition (RECEIC), coalizione industriale per l'efficienza delle risorse e l'economia circolare lanciata giovedì 27 luglio durante il G20 Ambiente e Clima di Chennai, India.

All’evento di lancio, oltre al Ministro dell'Ambiente, delle Foreste e dei Cambiamenti Climatici indiano Bhupender Yadav, erano presenti il Commissario UE Virginijus Sinkevicius, il viceministro italiano dell'Ambiente e della sicurezza energetica Vannia Gava e ministri di Francia, Canada, Danimarca, Mauritius ed Emirati Arabi Uniti. 39 invece le aziende con sede in 11 Paesi diversi che hanno aderito alla coalizione come membri fondatori. La coalizione è destinata a diventare un'entità autosufficiente e continuerà a operare anche dopo il vertice dei leader che si terrà a Nuova Delhi il 9 e 10 settembre.

“Tra le sfide critiche del cambiamento climatico, della perdita di biodiversità e dell'inquinamento, ci troviamo in un momento cruciale, un momento che ha il potenziale per accendere l'azione e introdurre soluzioni sostenibili, che salvaguarderanno il benessere del nostro pianeta e delle generazioni future. Questo ci offre anche l'opportunità di catalizzare un cambiamento positivo e di inaugurare una nuova era di sviluppo sostenibile”, ha dichiarato il ministro indiano Yadav.

Chi parteciperà alla coalizione industriale per l’economia circolare

Nella coalizione entreranno multinazionali di diversi settori, tra cui acciaio, beni di consumo, bevande, elettronica, IT (Information Technology), automobili e industria manifatturiera. Tra le 39 aziende che hanno confermato la propria partecipazione all'iniziativa figurano Aditya Birla Group, Coca-Cola, HP Inc, Nestlé India, Oppo, Siemens Ltd, Unilever, Maruti Suzuki India e Tata Motors.

La missione della coalizione RECEIP sarà fungere da catalizzatore per facilitare i partenariati, promuovere le collaborazioni tecnologiche e lo scambio di conoscenze, alimentando l'innovazione e condividendo gli insegnamenti per accedere ai finanziamenti, si legge in un comunicato del Ministero indiano.

"È con grande piacere che mi congratulo con i 39 membri fondatori di RECEIC per il loro impegno e la loro volontà di farsi avanti e di unirsi a questa coalizione. Rappresentano una gamma diversificata di aziende, che vanno dai giganti multinazionali globali alle startup e alle piccole e medie imprese, coprendo un ampio spettro di settori, dalla produzione alla raccolta, allo smistamento e al riciclaggio dei rifiuti", ha aggiunto Yadav.

I tre pilastri: cooperazione tecnologica, capacity building e finanza per l’economia circolare

“L'economia circolare e l'efficienza delle risorse devono essere integrate in tutte le principali economie attraverso politiche ambiziose, azioni più incisive del settore privato e iniziative comunitarie responsabili. È fondamentale riconoscere che la circolarità può essere potenziata non solo aumentando i tassi di raccolta e riciclo, ma anche migliorando l'efficienza dei materiali, di progettazione circolare e promuovendo una cultura del riutilizzo, tra le altre strategie”, si legge nel documento tecnico che ha anticipato il lancio della coalizione.

Tre le direttrici della piattaforma collaborativa, anche se la “coalizione potrà decidere di aggiungere o di eliminare i pilastri suggeriti e di dare priorità ai settori di intervento, se necessario”. Innanzitutto la coalizione dovrà riunire e coordinare tutte quelle “iniziative ad alto impatto” trasversali tra diversi settori, aree geografiche e catene del valore. Per la governance i membri potranno fare leva sulle iniziative già esistenti o complementari come l'Alliance to End Plastic Waste o la Global Cement and Concrete Association. Tra i mandati della coalizione vi è inoltre l’ottimizzazione dei flussi di rifiuti e di materie prime seconde, sia attraverso la cooperazione lungo le diverse catene del valore sia promuovendo una catena di approvvigionamento e infrastrutture stabili per rifiuti come i rottami di acciaio e la biomassa. Particolare focus andrà alle soluzioni basate sulla simbiosi industriale.

La coalizione dovrà inoltre dovrà facilitare cooperazioni B2B per identificare eventuali lacune tecnologiche e di innovazione. Per ogni settore individuato come prioritario, la coalizione dovrà avviare valutazioni complete lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti e servizi, mappare i costi economici della produzione e del consumo, nonché gli impatti sulle emissioni di carbonio, sulla biodiversità, sui benefici socioeconomici.

Terzo pilastro della coalizione sarà la mobilitazione di finanziamenti, a tassi agevolati e a basso rischio, per i progetti in materia di economia circolare. I membri condivideranno le migliori pratiche, monitorando lo stato di avanzamento dei progetti e coinvolgendo gli investitori per mobilitare fondi per la ricerca, lo sviluppo e la scalabilità delle soluzioni tecnologiche.

L’industria non guardi solo alla responsabilità estesa del produttore (EPR)

Sebbene il settore industriale abbia già adottato soluzioni come i regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR), secondo il documento tecnico, per la RECEIC si apre anche opportunità di ampliare il proprio scopo di azione, coinvolgendo le comunità nella promozione dell’economia circolare.
 
Le coalizioni industriali che si formeranno dovranno puntare a migliorare la connettività dell'ultimo miglio e costruire meccanismi di raccolta dei rifiuti che promuovano la partecipazione individuale di utenti e comunità, che andranno opportunamente formate attraverso campagne dedicate.

Le industrie collaboreranno inoltre per dotare le comunità di tecnologie che accelerino l'adozione della circolarità. Ad esempio, attraverso applicazioni che consentano agli utenti di rivendere, riutilizzare e riparare prodotti elettronici.

 

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