Collaborare con il mare fa parte della storia, della tradizione e della cultura dei Paesi Bassi. Per secoli, gli olandesi hanno lavorato in mare aperto, acquisendo una profonda conoscenza delle condizioni specifiche sopra e sotto il livello delle acque. Il sistema di governance idrica olandese, perfezionato nel tempo, è riuscito a garantire sicurezza e a sviluppare un'economia forte e un'industria idrica robusta. Non è un caso che le istituzioni democratiche più antiche del Paese risalgano ai consigli regionali per l'acqua istituiti nel XIII secolo.
La lotta stessa contro le inondazioni ha portato allo sviluppo di un approccio collaborativo attraverso partenariati pubblico-privati, in cui il governo è impegnato a fianco di imprese e centri di ricerca e conoscenza sulla gestione delle acque, come Deltares, MARIN, Wetsus, KWR Watercycle Research Institute e TNO.

Impegno internazionale per l’acqua

Costantemente focalizzati a rendere la terra dei tulipani sicura e protetta dal mare, i Paesi Bassi si sono impegnati a livello internazionale, attraverso la Valuing Water Initiative (VWI), a sostenere un cambiamento sistemico nel modo in cui l’acqua è valutata nelle politiche, nelle pratiche, nei finanziamenti e nei comportamenti. Lo ha ribadito Mark Harbers, Ministro delle Infrastrutture e della Gestione delle acque olandese, durante la UN Water Conference 2023: “È nostra responsabilità – ha detto nel suo discorso di apertura all’incontro Valuing Water - porre l’acqua al centro dei nostri dibattiti e delle nostre politiche economiche, in cima alle nostre agende, nei consigli di amministrazione, nei parlamenti e nei consigli locali”. Una responsabilità che, nel caso olandese, riguarda anche la condivisione delle migliori pratiche in ambito idrico a livello locale, nazionale e internazionale, per mostrare come si possa non solo educare alla responsabilizzazione e alla protezione di oceani e fiumi, ma anche innovare e investire su di essi.

Così, dalla protezione delle acque sotterranee alla rinaturalizzazione dei corsi d’acqua, dallo sfruttamento delle acque reflue fino alla desalinizzazione, il Paese dei mulini ha posto tra i propri obiettivi la co-creazione di un futuro in cui le città siano a prova di pioggia e resilienti ai cambiamenti climatici e la sicurezza del territorio sia garantita da strumenti innovativi che evitino disastri naturali o provocati dall’uomo.
Numerosi sono i programmi e gli enti che hanno la risorsa idrica come fulcro. Se il Programma Delta è il piano nazionale di riferimento in ambito idrico, attraverso il quale il governo ha avviato collaborazioni innovative con cittadini, imprese, istituti di conoscenza e Ong, il Water Management Centre of the Netherlands (WMCN) è il centro per la conoscenza e l'informazione sul sistema idrico nazionale. La Netherlands International Water Ambition (NIWA) è, invece, un'iniziativa del governo centrale, istituita nel 2019, in collaborazione con il settore idrico del Paese per contribuire alla gestione dell'acqua a livello mondiale. Il North Sea Programme, parte integrante del National Water Programme (NWP), punta a trovare il giusto equilibrio ambientale e sociale nello sviluppo del Mare del Nord, delineando le politiche nel campo del rafforzamento dell'ecosistema, della transizione verso un approvvigionamento alimentare e un'energia sostenibile.

Eolico off-shore, blue energy e rigenerazione del deserto

Con l’obiettivo di lungo termine di essere climate neutral entro il 2050, l'energia eolica off-shore è uno dei pilastri più importanti della politica climatica dei Paesi Bassi. Secondo il governo Rutte, infatti, il Mare del Nord è un luogo ideale per generare energia eolica in mare aperto grazie alle acque relativamente poco profonde, al clima favorevole ai venti e alla vicinanza di grandi porti e consumatori industriali di energia.

Il Rijksoverheid, apparato pubblico olandese, si è assunto la responsabilità di sviluppare direttamente i progetti eolici off-shore, introducendo una serie di progetti e calendari chiari, delineati in una tabella di marcia, la Routekaart Windenergie op Zee, con una visione ai prossimi dieci anni che indica quali progetti di parchi eolici si intendono realizzare. L’ultima roadmap aggiornata prevede una capacità operativa di 21 GW entro il 2030/31. h

I Paesi Bassi sono oggi leader nello sviluppo e nell'installazione di impianti eolici off-shore a costi contenuti. In tale contesto, un ruolo cardine è svolto dall’RVO, agenzia per l’imprenditoria olandese, dipendente dal Ministero degli Affari economici e della Politica climatica, che fornisce dati di alta qualità sui siti ai potenziali sviluppatori di parchi eolici designati. L'operatore del sistema di trasmissione, TenneT, è responsabile di tutte le infrastrutture di connessione alla rete, mentre l’agenzia governativa Rijkswaterstaat concede le autorizzazioni per i siti e monitora l'impatto ambientale. Tale approccio chiaro e produttivo dà maggiore certezza agli sviluppatori e fiducia agli investitori e si è dimostrato in grado di ridurre i costi complessivi dei progetti.

Non solo vento. Anche le correnti di marea e oceaniche contengono una grande quantità di energia cinetica. Supportata da fondi regionali, nazionali ed europei, SeaQurrent ha sviluppato un approccio completamente nuovo per sfruttare l’energia da questa fonte. L’innovativa tecnologia consente di generare energia pulita dalle basse e profonde correnti di marea e oceaniche con un tasso di efficienza che consente di abbassare il prezzo dell'elettricità finora prodotta dall'energia mareomotrice. Dopo un intenso periodo di costruzione e assemblaggio, il TidalKite ad ala multipla, brevettato dall’azienda, è stato testato in acqua nel quarto trimestre del 2022.

REDstack, al contrario, per produrre energia sfrutta l'elettrodialisi inversa (EDR). Il carburante, in tal caso, è generato dall’incontro tra acqua dolce e salata: una parte dell’acqua dei fiumi insieme all’acqua marina viene guidata lungo una serie di membrane in una struttura chiamata REDstack. In queste membrane l'acqua salata e quella dolce sono mescolate in modo controllato e, da tale incontro, si estrae energia elettrica. L'acqua salmastra risultante torna al mare, mentre la blue energy, cosi chiamata, è fornita alla rete e da lì distribuita.

Tra le aziende pioniere, presente anche all’evento collaterale Nature-based Solutions for Water & Peace dell’UN Water Conference, vi è The Weather Makers, società di ingegneria che si occupa di ripristinare i cicli dell’acqua. Tra i progetti più ambiziosi dell’azienda figura il ripristino della vegetazione dell'area del Sinai, in Egitto, influenzando i sistemi meteorologici per produrre una maggiore quantità di pioggia e rigenerare su scala il Medio Oriente e tutto il Mediterraneo.

Dall’agricoltura salina alla dissalazione dell’acqua marina

Parlare di acqua significa inevitabilmente trattare di agricoltura. Secondo esportatore di prodotti agricoli al mondo per valore dopo gli Stati Uniti, i Paesi Bassi sono in prima linea nella sfida idrica dei propri agricoltori.
Nel tentativo di combattere la salinizzazione del suolo e migliorare la sicurezza alimentare, con un impatto minimo sulle già scarse riserve di acqua dolce, la Salt Farm Foundation ha sviluppato metodi per colture tolleranti al sale su terreni agricoli colpiti dalla salsedine. Oltre a riutilizzare terreni degradati per produrre cibo, l’agricoltura salina utilizza anche l'acqua salmastra, al posto di quella dolce, per le coltivazioni.

Sempre con l’obiettivo di preservare sorgenti e bacini naturali, la SEA Water punta a promuovere la consapevolezza e l'accettazione a livello globale dell'acqua marina desalinizzata come valido sostituto di fonti d'acqua dolce sempre più scarse. L’azienda dissala localmente l'acqua di mare utilizzando solo energia rinnovabile e mira a collocare le proprie installazioni a energia solare in tutto il mondo contrastando così l’inutile trasporto di acqua da una costa all’altra. La stessa REDstack, menzionata precedentemente, sfrutta il processo di elettrodialisi e, grazie all'impiego alternato di membrane, produce acqua dolce da acqua salata o salmastra.

Presente al momento con quattro diversi progetti pilota in quattro settori e Stati (Paesi Bassi, Polonia, Spagna e Turchia), il progetto Zero Brine, coordinato dalla TU Delft, propone soluzioni di economia circolare per ridurre i flussi delle acque reflue saline industriali, recuperando e riutilizzando i minerali e l'acqua salmastra usati in altre industrie.
Su piccola scala, invece, Bluecon ha sviluppato un'unità di trattamento delle acque reflue decentralizzata di nuova generazione, basata su un processo innovativo senza l'uso di batteri. L'impianto di trattamento converte le acque reflue domestiche in acqua riutilizzabile per l'irrigazione o per le abitazioni. Le unità compatte di Bluecon si installano in poche settimane e sono pensate per comunità fino a 10.000 persone.

Porti e navigazione sostenibili

Da sempre gli oceani sono fonte di sostentamento, ispirazione, trasporto, crescita e avventura. Per raccogliere tutto il potenziale che l’oceano e il mare hanno da offrire in termini di cibo, energia, trasporti, tempo libero e spazio vitale, il settore marittimo olandese, insieme alle istituzioni scientifiche, ha avviato lo scorso anno un Masterplan con l'obiettivo di porre i Paesi Bassi all'avanguardia nel trasporto via mare più sostenibile. Il piano regolatore delle zone costiere, in particolare, si fonda su quattro pilastri: uso produttivo e sostenibile degli oceani e delle vie interne navigabili, navigazione intelligente e a emissioni zero, sviluppo di città portuali verdi, vivaci e connesse, e oceani puliti e produttivi.

Parallelamente, la campagna Maritime Future is NOW mira a condividere le conoscenze e le esperienze nel settore per avviare, amplificare e accelerare le azioni che riducono la pressione sugli oceani, naturalmente in linea con gli SDGs dell’ONU.

Nella realizzazione di una navigazione intelligente e ad emissioni ridotte si inseriscono, senza dubbio, le innovative attività di PortXchange  e di Plant One Rotterdam. La prima, attraverso soluzioni digitali, punta a ottimizzare le operazioni per un trasporto prevedibile e sostenibile, aumentando l'efficienza degli scali portuali e riducendo le emissioni globali del trasporto marittimo. Plant One Rotterdam, invece, situato nel porto più grande d’Europa, rappresenta un luogo in cui le aziende possono ricercare idee innovative, testare tecnologie più sostenibili e produrre su scala commerciale. Il porto di Rotterdam, così come quello di Amsterdam, ha aderito al World Ports Sustainability Program, programma che, guidato dai 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, vuole migliorare e coordinare i futuri sforzi di sostenibilità dei porti di tutto il mondo e promuovere la cooperazione internazionale tra i partner della catena di approvvigionamento.

Città galleggianti a prova di futuro

L’ambiente acquatico è anche al centro di interessanti progetti lavorativi e di vita. Come il Floating Office Rotterdam (FOR), l’ufficio galleggiante più grande al mondo, ormeggiato a Rijnhaven (Porto del Reno), sviluppato dalla RED Company e dallo studio di architettura Powerhouse Company, commissionato come ufficio dal Global Center on Adaptation, Ong che promuove investimenti e tecnologie per la mitigazione climatica. Off-grid, interamente in legno per essere facilmente smontato e riassemblato, il FOR galleggerà - piuttosto che allagarsi - se i livelli dell'acqua aumenteranno a causa del cambiamento climatico.

Case e quartieri urbani galleggianti sono la risposta al futuro innalzamento del livello del mare secondo Circular Floating Districts, società di progettazione e sviluppo di ambienti di vita, di lavoro e ricreativi sull’acqua. Un esempio è VLOAT, il quartiere galleggiante indipendente e autosufficiente, pensato anche per risolvere la crisi residenziale delle città olandesi ed esposto presso il Borneo Architecture Centre di Amsterdam.

A Rotterdam, invece, Blue City è ormai una realtà modello per l'economia circolare, dove le menti imprenditoriali si incontrano e sviluppano prospettive di azione concrete, che si tratti di aumentare il proprio impatto, di vivere a zero rifiuti o di sviluppare un materiale a prova di futuro. A partire dal 2015, i 12.000 metri quadrati dell’ex piscina Tropicana, struttura architettonica iconica per la città e sogno di migliaia di bambini e famiglie negli anni ’90, prima abbandonati, sono stati ripensati, riprogettati, ricostruiti e riaperti come incubatore di aziende e uffici circolari.

Immagine: Drijvend Paviljoen, Zijaanzicht Rijnhaven

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