Il riciclo degli imballaggi in legno è un settore non molto conosciuto. Sarà che non si portano a casa, che non ci sono cassonetti né una raccolta porta a porta dedicata, che si notano di meno, eppure le quantità dell’immesso al consumo non sono affatto trascurabili. Sono sempre di più i pallet, le cassette, le gabbie e le bobine che si usano soprattutto in ambito industriale e commerciale. E i risultati della raccolta e del riciclo – ma anche di molto riuso e rigenerazione – sono soddisfacenti. Nicola Semeraro, presidente di Rilegno, il consorzio italiano per il recupero degli imballaggi legnosi, fa il punto per Materia Rinnovabile sulle sfide del settore.

Nicola Semeraro

 

Quali sono i dati per il 2022 sul riciclo e riutilizzo degli imballaggi in legno? 

Sono 1.717.000 le tonnellate di legno raccolte e avviate a riciclo nel 2022 dal sistema Rilegno. La percentuale di riciclo degli imballaggi si attesta al 62,74% rispetto all’immesso al consumo, che ha superato i 3,4 milioni di tonnellate. Un dato che ci pone ai primi posti in Europa e che è più del doppio rispetto all’obiettivo del 30% entro il 2030 fissato dall’UE. Oltre al riciclo che riguarda il legno a fine vita, Rilegno ha sviluppato in questi anni un’attività strategica indicata tra gli obiettivi del Decreto Ronchi, ossia la rigenerazione e il riutilizzo degli imballaggi in legno. Anche nel 2022 si sono superate le 900.000 tonnellate di imballaggi reimmesse al consumo, con un’opera di prevenzione che riguarda circa 70 milioni di pallet.

Rilegno garantisce in tutta Italia il riciclo e il recupero degli imballaggi di legno e gestisce la filiera che consente di reimmettere nel ciclo produttivo questa materia prima naturale, preziosa e riciclabile all’infinito.  Una rete che si basa su 1.971 consorziati, 378 piattaforme di raccolta capillarmente diffuse sul territorio e 15 impianti di riciclo. Una gestione efficiente del riciclo del legno rappresenta non solo un impegno per un mondo sempre più sostenibile, ma anche una risorsa economica, dando vita a una vera economia circolare importante per il Paese. Infatti, attraverso il riciclo del legno si genera nuova materia e quindi nuovi prodotti. Il 95% del materiale legnoso riciclato viene utilizzato per la creazione di pannelli truciolari, linfa vitale per l’industria del mobile.

Quali sono gli impatti sociali ed economici della filiera?

Una ricerca realizzata dal Politecnico di Milano ha misurato gli impatti sociali, economici e ambientali delle filiere di riciclo e rigenerazione gestite da Rilegno. Ebbene, questo sistema genera oggi un impatto economico stimabile in circa 3,1 miliardi di euro, oltre 10.000 posti di lavoro e un “risparmio” nelle emissioni di CO2 pari a 1,8 milioni di tonnellate. Possiamo affermare che il riutilizzo e il riciclo del legno sono ormai un’economia concreta e consolidata.

Quali innovazioni nell’uso del legno degli imballaggi stiamo vedendo?

L’industria del riciclo del legno post-consumo in Italia è orientata prevalentemente alla produzione di pannello truciolare, impiegato nella fabbricazione di mobili, complementi d’arredo e rivestimenti per interni ed esterni di abitazioni e uffici. Oggi i produttori di pannello truciolare utilizzano totalmente legno che proviene dalla filiera del recupero post-consumo, grazie alla ricerca industriale nel settore che con lungimiranza ha puntato a questo obiettivo. Negli anni le aziende del comparto hanno fortemente investito nel know-how produttivo e hanno raggiunto un tale livello di specializzazione da poter oggi ritirare qualsiasi tipologia di rifiuto legnoso: i loro impianti infatti attuano processi meccanici di selezione e pulitura del materiale in entrata, con un basso impatto ambientale e un’alta resa produttiva.

Quali altri usi innovativi della materia prima seconda possiamo ricordare?

Oltre alla produzione di pannelli, il legno riciclato trova alcuni impieghi di nicchia come la produzione di pasta cellulosica per cartiere; di blocchi di legno-cemento per l’edilizia, in linea con i canoni della bioedilizia nelle costruzioni; di pallet block, blocchetti sostenibili per la produzione dei pallet; o ancora, come componente di base per la realizzazione di biofiltri innovativi, capaci di filtrare i fumi di combustione abbattendone gli inquinanti e catturando CO2.

Quali sono le sfide future del Consorzio Rilegno?

Ci immaginiamo un futuro nel quale la sostenibilità diventi la normalità, la quotidianità, un modo di pensare e agire, con iniziative di sensibilizzazione rivolte soprattutto al mondo giovanile. Dal punto di vista operativo stiamo lavorando per rendere gli imballaggi in legno più “smart”. Nell’era dei dati che governano i processi di business vogliamo pensare a un imballaggio che non si limiti ad essere solo contenitore di merci, ma possa agire come fonte di dati rispetto ai contenuti.

 

Immagini: Rilegno

 

© riproduzione riservata