Il 2022 è stato l'anno più caldo e meno piovoso in Italia dal 1961. È questa la sintesi del Rapporto del Sistema nazionale per la protezione ambientale (SNPA) Il clima in Italia nel 2022, pubblicato il 20 luglio 2023. Il report illustra i principali elementi che hanno caratterizzato il clima nel corso del 2022 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia. Un documento di lettura fondamentale per tutti i decisori pubblici, soprattutto nei giorni in cui la Penisola continua ad essere interessata da eventi meteoclimatici estremi: solo questa settimana in Sicilia sono stati raggiunti picchi di temperatura superiori a 46°C, mentre in Cadore raffiche di vento dovute a downburst hanno provocato la caduta di alberi e danni a edifici.

“I numeri servono a rendere consapevoli dell’entità dell’emergenza. Un conto è riconoscere la siccità perché è un fenomeno che in Italia c’è già stato, in particolare nel bacino del fiume Po, che ne ha affrontate molte. Un conto è avere l’evidenza che vi sono un certo numero di situazioni che stanno per raggiungere il capolinea”, commenta a Materia Rinnovabile Valentina Pavan, climatologa presso l’Osservatorio clima di ARPAE Emilia-Romagna e coautrice del rapporto. “Sapere i numeri, conoscere appunto quanto ci rimane delle riserve dei ghiacciai o in che misura un anno è da considerarsi eccezionale, ci fa capire fino a che punto possiamo contare sulle nostre risorse naturali. Anche perché è sui numeri che poi vengono fatti i calcoli per le produzioni energetiche e agricole per l'anno successivo”.

Il report SNPA: il clima in Italia nel 2022

Secondo il rapporto realizzato da SNPA – che dal 2006 ad oggi era pubblicato da ISPRA - le caratteristiche del 2022 sono state il caldo, con i nuovi record della temperatura media annuale e della media annuale delle temperature massime e minime giornaliere, e la siccità persistente, che ha investito soprattutto le regioni centro-settentrionali, causando una notevole diminuzione della disponibilità della risorsa idrica e gravi problemi nella sua gestione e uso in diverse regioni.

“Il 2022 è stato un anno particolarissimo, il più caldo della serie. Questo s'è realizzato con una persistenza delle anomalie. L’anno scorso, a maggio e giugno, ad esempio, è stato particolarmente caldo, però non si sono verificate temperature record. Se andiamo a vedere, però, le anomalie mensili alla fine sono state tutte o quasi tutte sopra la media”, continua Pavan. “Sono state inoltre accompagnate da anomalie pluviometriche intensissime soprattutto al Nord Italia. E già il 2022 si era aperto con un deficit pluviometrico importante ereditato dal 2021. Nella prima metà dell’anno scorso ci sono state emergenze idriche, dall’utilizzo potabile alla produzione energetica all’agricoltura, che ha perso una percentuale considerevoli di raccolti. A luglio il Po toccava i minimi storici degli ultimi cento anni e il caldo faceva collassare il ghiacciaio della Marmolada trascinando con sé undici persone. Nella seconda parte dell’anno, invece, ci sono stati altri tipi di fenomeni, come la gravissima alluvione nelle Marche, che nemmeno i più aggiornati strumenti al mondo hanno potuto prevedere. È attualmente in corso una serie di attività per cercare di capire il perché. È importantissimo avere degli strumenti su cui possiamo contare, perché secondo la stessa Organizzazione mondiale della Meteorologia è cruciale avvertire presto la popolazione per limitare i danni degli eventi meteorologici”.

Record di temperatura, fusione dei ghiacciai e aumento delle notti tropicali

Mentre a scala globale, sulla terraferma, il 2022 è stato il quinto anno più caldo della serie storica, in Italia con un’anomalia media di +1,23°C rispetto al valore climatologico 1991-2020, il 2022 è risultato l’anno più caldo dal 1961, superando di 0,58°C il precedente record assoluto del 2018 e di 1°C il valore del precedente anno 2021. Tutti i mesi dell’anno sono stati più caldi della media, a esclusione di marzo e aprile.

L’inverno 2022 è stato inoltre caratterizzato da una copertura nevosa esigua rispetto agli ultimi decenni e che si è fusa velocemente nei mesi primaverili ed estivi a causa delle alte temperature: nel mese di maggio è stata stimata una superficie inferiore a 5000 km2, paragonabile a una situazione tipica di fine giugno-luglio. Il protrarsi nel corso dell’anno di questa, finora rara, combinazione di precipitazioni nevose molto scarse e temperature decisamente sopra le medie climatologiche, ha contribuito ad alimentare le condizioni di forte siccità, oltre ad avere pesanti conseguenze sui ghiacciai alpini che già a partire dai primi giorni di giugno si sono ritrovati in gran parte scoperti da neve: la fusione glaciale 2022 nel settore nord-occidentale delle Alpi è stata infatti quattro volte più intensa rispetto alla media degli ultimi 20 anni.

Per il numero medio di notti tropicali e numero medio di giorni estivi, il 2022 si colloca al primo posto tra i più alti della serie dal 1961, rispettivamente con +22 giorni e con +23 giorni rispetto alla norma, mentre per il numero medio di giorni torridi si colloca al secondo posto, dopo il 2003. Per l’indice dei “periodi caldi” (WSDI-Warm Spell Duration Index) il 2022 ha fatto registrare il valore più alto della serie dal 1961, a conferma di un anno con anomalie termiche superiori alla media in quasi tutti i mesi.

Un 2022 di siccità e alluvioni eccezionali

Il 2022 è stato l’anno meno piovoso dal 1961, segnando un -22% rispetto alla media climatologica 1991-2020, con precipitazioni inferiori alla norma (-39%) da gennaio a luglio. Le anomalie sono state più marcate al Nord (-33%), seguite dal Centro (-15%) e dal Sud e Isole (‑13%). A scala nazionale i mesi relativamente più secchi sono stati ottobre (-62%) e gennaio (-54%), mentre il mese relativamente più piovoso è stato agosto (+69%). Le prolungate condizioni di siccità, associate alle alte temperature, hanno determinato una forte riduzione della disponibilità naturale di risorsa idrica: stimata per l’Italia una disponibilità annua di 221,7 mm (ca. 67 km3), che rappresenta il minimo storico dal 1951 a oggi, e delinea una riduzione di circa il 50% rispetto alla disponibilità annua media di risorsa idrica stimata per l’ultimo trentennio climatologico 1991-2020.

Nel 2022 non sono mancati eventi estremi di precipitazione, in alcuni casi eccezionali. Particolarmente rilevante è stato il tragico evento che il 15 settembre ha investito le Marche, dove un sistema temporalesco ha causato fenomeni intensi e localizzati, con precipitazioni giornaliere che hanno superato localmente i 400 mm. A fine novembre 2022, l’Alto Adriatico è stato interessato da un evento meteo-marino eccezionale, connesso al fenomeno della ciclogenesi alpina, che ha fatto temporaneamente registrare valori di innalzamento del livello del mare sotto costa anche superiori a 200 cm (tra i più alti delle serie storiche esistenti), che hanno reso necessaria l’attivazione delle barriere del MOSE di Venezia. Da ricordare anche l’evento drammatico del 26 novembre a Ischia, con precipitazioni intense e massimi di 176,8 mm in 24 ore, presso la stazione di Forio d’Ischia e 13,4 mm in 10 minuti, presso la stazione di Monte Epomeo, che ha innescato colate di fango e causato la perdita di vite umane e ingenti danni al territorio.

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