Immergersi in una settimana di CinemAmbiente è un’esperienza che lascia sempre arricchiti, ma anche sopraffatti. Il più importante festival italiano di film a tematica ambientale, che si è chiuso a Torino domenica 11 giugno, si può infatti affrontare come un corso di aggiornamento accelerato sulla crisi climatica ed ecologica del pianeta. Ma a differenza dei corsi accelerati, il festival fondato e diretto da Gaetano Capizzi non ha mai cercato la strada della riduzione semplicistica, cercando invece di offrire chiaroscuri e contraddizioni di ogni questione presentata. E mai come in questa 26esima edizione la chiave della complessità, tanto faticosa quanto necessaria, ha guidato la scelta delle pellicole arrivate da 38 Paesi e selezionate, come ha ricordato l’infaticabile responsabile della programmazione Lia Furxhi, fra ben 2800 titoli.

Giornalismo investigativo e rottura della visione antropocentrica

Si è visto dunque il ritorno della grande inchiesta giornalistica investigativa, che se lascia un po’ da parte il lato “artistico” del racconto, appassiona però come un thriller, dipanando intrecci di portata globale sulla questioni più scottanti della contemporaneità: la transizione energetica e il greenwashing delle multinazionali (Le Système Total di J.R. Viallet), la corsa alle materie prime critiche e le nuove frontiere dello sfruttamento minerario (Deep Rising di Matthieu Rytz), l’accaparramento di terreni agricoli e risorse idriche in vista di un inquietante futuro di guerre per l’acqua (The Grab di Gabriela Cowperthwaite).

Come sempre, c’è stato anche un lato più riflessivo e filosofico del festival, che quest’anno ha avuto come fulcro il rapporto tra l’uomo e gli animali non umani, con film che cercano di dare spazio al punto di vista animale, rinunciando al linguaggio verbale per raccontare una quotidianità che spesso, colpevolmente, ignoriamo, come quella degli zoo (Zoo Lockdownd di Andreas Horvath) o delle fattorie e allevamenti (Gunda di Kossakovsky). E non è un caso che il film vincitore di questa 26esima edizione di CinemAmbiente, premiato dalla giuria, sia stato l’originale Lynx Man del finlandese Juha Suonpää, con un protagonista che cerca in tutti i modi di calarsi nei panni di un animale selvatico. Perché se le questioni ultra-complesse raccontate in una settimana di proiezioni non hanno soluzioni facili o univoche, è certo però che, se vogliamo un futuro, il superamento della visione antropocentrica, il mutualismo e la cooperazione tra specie dovranno segnare la via.

Le Système Total di J.R. Viallet

Tutti i premiati di CinemAmbiente 2023

Veniamo dunque al palmarès di CinemAmbiente 2023. Il riconoscimento principale, il Premio Asja Ambiente Italia per il miglior documentario della sezione internazionale, è andato, come si diceva, a Lynx Man del regista finlandese Juha Suonpää. La giuria - composta dall’artista Anne de Carbuccia, dal giornalista Marco Gisotti, dal filosofo Roberto Mastroianni e dai registi Nicole Gratovsky e George Ovashvili - ha apprezzato “la sapiente sintesi di ricerca etnografica, narrazione poetica e qualità estetica” che, nel racconto della vita quotidiana del pensionato Hannu, auto-esiliatosi nei boschi per seguire e proteggere le amate linci, rappresenta “il rapporto cultura-natura, trascendenza-immanenza, uomo-animale, rompendo la visione antropocentrica”.

Una menzione speciale è inoltre stata assegnata a Nuclear Nomads di Kilian Armando Friedrich & Tizian Stromp Zargari che affronta la controversa questione dell’energia nucleare da un punto di vista inconsueto: quello degli addetti alla manutenzione delle centrali francesi che conducono una vita da nomadi, spostandosi da un sito all’altro e sognando un futuro diverso. “Il film – ha scritto la giuria -racconta in modo iconico la riorganizzazione delle vite individuali e comunitarie attorno al nucleare portando all'attenzione un tema poco conosciuto ma di grande impatto sul mondo del lavoro e sulla quotidianità”.

Ancora il tema dell’energia è al centro della pellicola che ha ricevuto il secondo riconoscimento più importante, ovvero il Premio IREN del pubblico, assegnato dagli spettatori del festival che hanno potuto votare per tutta la settimana all’uscita dal cinema. Ad entusiasmare il pubblico torinese è stata la magistrale inchiesta del documentarista francese Jean-Robert Viallet sulla multinazionale dell’energia TotalEnergies e il suo poco convincente ma molto sbandierato impegno nella transizione verso le rinnovabili. Le Système Total, anatomie d’une multinationale de l’énergie smaschera i tentativi di greenwashing del colosso dell’energia fossile, e lo fa attraverso le parole degli stessi dirigenti di Total: un’operazione che ha rischiato di portare il regista in tribunale, ma condotta in maniera così giornalisticamente ineccepibile che l’esercito di avvocati della società francese non ha trovato appigli per la denuncia.

La lotta fra Davide e Golia è protagonista anche del cortometraggio vincitore del Premio Terna. Zug Island del canadese Nicolas Lachapelle Plamondon racconta la vicenda dai contorni distopici, ma purtroppo reale, di un’isola al confine fra Canada e Stati Uniti, sede di un grande complesso industriale. Da qui proviene un misterioso ronzio, conosciuto come Windsor Hum, che tormenta gli abitanti della zona. Mettendosi alla ricerca dell’origine di questo suono, il regista – scrive la giuria - “si immerge negli inferi di una comunità distrutta dall'industrializzazione, portandoci nelle fauci marce della devastazione capitalista”.

Infine, quello che è il “premio alla carriera” di CinemAmbiente, il Premio Stella della Mole green, è stato assegnato al regista russo Victor Kossakovsky, autore fra gli altri dello spettacolare Aquarela (2018), viaggio mozzafiato nelle forme e nella potenza dell’acqua, e del commovente Gunda, presentato proprio quest’anno a Torino: un illuminante racconto della vita quotidiana e dei sentimenti di maiali, polli e mucche, ovvero, secondo la stessa definizione del regista, la “Trinità”, le tre specie animali che, per loro sfortuna, sono diventate la base dell’alimentazione umana.

Per chi volesse vedere o rivedere i film vincitori e tutti gli altri, i titoli del 26esimo CinemAmbiente saranno ancora visibili gratuitamente in streaming fino al 18 giugno tramite il sito del Festival, sulla piattaforma OpenDDB.

Immagine: Lynx Man di Juha Suonpää (ph Alexander Lembke)