Il 14 dicembre 2022, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha sancito il 30 marzo come Giornata internazionale dei rifiuti zero (International Day of Zero Waste), che quest’anno si celebra quindi per la seconda volta.

L'umanità genera ogni anno tra i 2,1 e i 2,3 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi urbani, di cui solo il 61-62% viene gestito in strutture controllate, mentre circa 2,7 miliardi di persone non hanno accesso alla raccolta dei rifiuti solidi. Per questo la Giornata Internazionale Rifiuti Zero ha l’obiettivo di puntare i riflettori sull’importanza di ridurre i rifiuti e adottare pratiche sostenibili, promuovendo a livello globale una consapevolezza attiva. In particolare, il focus dell’International Day of Zero Waste è rafforzare la gestione dei rifiuti e promuovere produzione e consumo sostenibili a tutti i livelli.

“Ricordiamoci che la natura non spreca ‒ ha dichiarato Inger Andersen, direttrice esecutiva dell'UNEP ‒ e nemmeno noi dovremmo farlo. L’obiettivo zero waste è importante a tutti i livelli. Rafforzare la gestione dei rifiuti e mantenere i materiali in circolo porterà a enormi risparmi finanziari. Dobbiamo prevenire le emissioni di gas serra, evitare danni alla natura e ridurre le malattie e i decessi.”

“Lo zero waste è uno stile di vita e una mentalità che ci aiuta a essere più consapevoli del nostro impatto sull'ambiento”, aggiunge Laura Lo Presti, Cities Campaigner di Zero Waste Italy, organizzazione che ha il compito primario di raccordare le iniziative Zero Waste italiane con le reti europee e mondiali. “Comporta l'analisi dei problemi e la ricerca di alternative, bilanciando al contempo le preoccupazioni economiche ed ecologiche. Incoraggia le comunità a lavorare insieme per affrontare il cambiamento climatico.” E infatti, come precisa Anastasia Korae, presidente di, Friends of the Earth Cipro, “zero waste è probabilmente l'esempio più tangibile di ‘Pensare globalmente, agire localmente’".

Inger Andersen direttrice esecutiva UNEP. Foto: Zero Waste Europe

L'importanza dell'economia circolare per l'obiettivo rifiuti zero

Il riutilizzo dei prodotti rallenterebbe l'uso delle risorse naturali, ridurrebbe la distruzione del paesaggio e degli habitat e contribuirebbe a limitare la perdita di biodiversità. Ma non solo. Secondo l'Agenzia europea dell'ambiente, i processi industriali e l'uso dei prodotti sono responsabili del 9,10% delle emissioni di gas serra nell'Unione Europea, mentre la gestione dei rifiuti ne rappresenta il 3,32%. Vivere a “rifiuti zero”, quindi, diminuirebbe anche le emissioni di gas a effetto serra e il conseguente riscaldamento climatico. Oltre a garantire risparmi e benefici a livello economico, finanziario e geopolitico.

La filosofia zero waste prevede perciò l’applicazione dell’economia circolare in sostituzione all’economia lineare. Si tratta, in altre parole, di sostituire il modello “estrarre, produrre, utilizzare e gettare” con un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile. Creare prodotti più efficienti e sostenibili fin dall'inizio aiuterebbe a ridurre il consumo di energia e risorse, poiché si stima che oltre l'80% dell'impatto ambientale di un prodotto sia determinato durante la sua fase di progettazione. Per questo non basta riciclare i rifiuti ma è sempre preferibile evitare di crearne in prima istanza. Il passaggio a prodotti più affidabili che possono quindi essere riutilizzati, aggiornati e riparati potrebbe ridurre significativamente la quantità di rifiuti prodotta.

 

Immagine: Envato

 

© riproduzione riservata