Il mancato riciclo di cartone e carta rappresenta per gli Stati Uniti d’America una perdita di 4 miliardi di dollari. A calcolarlo è stato il laboratorio nazionale per le energie rinnovabili del Dipartimento dell’Energia statunitense (NREL), che in una corposa analisi ha mappato le aree del Paese dove la maggior parte dei rifiuti da carta e cartone finisce nelle discariche.

I ricercatori hanno preso in considerazione 1.776 discariche attive e 85 impianti di combustione negli Stati Uniti. Complessivamente, hanno stimato che dei 110 milioni di tonnellate di rifiuti domestici di carta e cartone prodotti nel 2019, il 56% è finito in discarica, mentre solo il 38% è stato riciclato. Il resto è stato incenerito per la produzione di energia.

Oltre alla perdita di valore economico dal mancato riciclo, secondo le autrici del report lo smaltimento in discarica di carta e cartone contribuisce al rilascio di emissioni di metano, ai maggiori costi di smaltimento rifiuti, alla deforestazione e a diverse criticità ambientali. Riutilizzo, riciclo, compostaggio e recupero energetico sono le pratiche circolari raccomandate per mitigare gli effetti del conferimento in discarica.

Le cause

Secondo i dati del consorzio di produttori e riciclatori, l’American Forest and Paper Association, nel 2022 il riciclo della carta ha toccato il 68%, mentre il cartone addirittura il 93%. Ma queste cifre riguardano solo il recupero dei rifiuti dalle attività commerciali e industriali. A far aumentare il tasso di rifiuti conferiti in discarica sono soprattutto i rifiuti di imballaggi domestici. Secondo il report pubblicato a gennaio dall’organizzazione Recycling Partnership, le difficoltà di riciclo dei rifiuti di packaging (plastica e altri materiali compresi) sono dovute sia a una scorretta raccolta differenziata dei cittadini statunitensi sia a una mancanza di punti di raccolta.

Nel 2023, complessivamente, solo il 37% delle case plurifamiliari ha avuto accesso alle infrastrutture di riciclo, che comunque, anche quando sono presenti, non sempre vengono utilizzate correttamente. È un problema che riguarda per esempio Stati come la California, dove il 95% dei residenti ha accesso a strutture di raccolta ma solo il 37% di rifiuti totali viene riciclato.

Tra i fattori che contribuiscono a peggiorare nello specifico i numeri sul riciclo di carta e cartone si annovera anche il trend degli acquisti online, esploso con la pandemia e tutt’ora in crescita. Come ha dichiarato a Bloomberg Anelia Milibrandt, autrice dello studio di NREL, il boom dell’e-commerce negli ultimi due anni ha aumentato le spedizioni di pacchi e scatole e, di conseguenza, anche la produzione di rifiuti di carta e cartone.

Una possibile soluzione: l’EPR

Le discariche in genere si trovano vicino ai centri abitati, dove si generano significative quantità di rifiuti. Ma non è sempre così: per esempio è possibile trovare la spazzatura di New York anche nelle discariche della Virginia e della Carolina del Sud. Che siano a pagare i residenti, le industrie o le municipalità, negli Stati Uniti è sempre più costoso smaltire i rifiuti in discarica. Gli ultimi dati disponibili rivelano che nel 2022 la tariffa ha toccato i 58,4 dollari per tonnellata, l’8% in più rispetto all’anno precedente.

Per migliorare il tasso di riciclo degli imballaggi di carta e cartone una soluzione potrebbe essere l’applicazione del principio del “chi inquina paga”.  Per ora solo quattro Stati americani – Colorado, California, Oregon e Maine – hanno introdotto la responsabilità estesa del produttore (EPR), un principio  già applicato in Europa, che richiede alle aziende di finanziare il recupero e il riciclo degli imballaggi immessi nel mercato. Gli autori del report Recycling Partnership ritengono questo schema funzionale, anche per incoraggiare l’ecodesign e rendere più facile la raccolta differenziata.

Il riciclo di carta e cartone in Italia

In Italia il regime EPR è stato introdotto con il Decreto Ronchi nel 1997, mostrando risultati notevoli. Secondo Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica che si occupa di applicare la responsabilità estesa del produttore in Italia, nel 2022 sono stati raccolti oltre 3,6 milioni di tonnellate di materiali cellulosici (carta e cartone, ma anche fibre di legno), con un tasso di riciclo pari all’81%. Superato abbondantemente l’obiettivo UE del 75% al 2025, Comieco si avvicina a passo spedito a quello del 2030 (85%).

In Italia il riciclo di carta e cartone rimane al centro dei “progetti faro” dell’economia circolare supportati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Le risorse assegnate ammontano a 130 milioni di euro, un’opportunità per rafforzare ulteriormente l’attività di riciclo della filiera cartaria e stabilizzare un settore che ha sofferto molto la crisi energetica dello scorso anno.

Il riciclo degli imballaggi cellulosici ha raggiunto risultati importanti anche nel resto dell’Unione Europea. Negli ultimi anni, quasi tutti gli Stati membri hanno segnalato a Bruxelles un tasso di riciclo superiore al 70%, mentre solo Malta ricicla meno della metà del packaging in carta e cartone.

 

Immagine, WFranz, Pixabay

 

© riproduzione riservata