È una bellissima notizia, ma allo stesso tempo anche una constatazione amara, e infine uno sprone ad aumentare gli sforzi per accelerare la decarbonizzazione e salvare il pianeta. La notizia, rivelata dalla quinta edizione del Global Electricity Review dell’autorevole think tank energetico Amber, è che nel 2023 le fonti rinnovabili hanno generato il 30% dell'elettricità mondiale, grazie alla crescita dell'energia solare ed eolica. Un risultato eccellente da tutti i punti di vista, che probabilmente renderà il 2023 l’anno che ha segnato il picco massimo delle emissioni di gas serra nel settore energetico, destinate poi a declinare.

L’amarezza deriva dalla consapevolezza dei risultati ancora più lusinghieri che si sarebbero potuti ottenere se non ci fosse stata inazione e resistenza da parte degli Stati e dei potenti interessi economici fossili. Lo sprone, l’incitamento ad accelerare la transizione energetica e quella ecologica, nasce invece dall’evidenza sulla carta che è possibile completare la rincorsa: centrare il target di triplicare la potenza installata da rinnovabile entro il 2030, e poi volare verso un 2050 ancora più ambizioso.

I dati del Global Electricity Review

Vediamo più in dettaglio i contenuti dello studio, diffuso nella notte del 7 maggio, che fornisce la prima panoramica completa di ciò che è accaduto nel sistema energetico globale lo scorso anno, coprendo i dati sull'elettricità di ben 215 Paesi, compresi gli ultimi dati del 2023 per quegli 80 Stati che rappresentano il 92% della domanda globale di elettricità.

Dal 2000, la quota da fonti rinnovabili è passata dal 19% a oltre il 30% dell'elettricità globale, grazie all'aumento dell'energia solare ed eolica, passata dallo 0,2% del 2000 al 13,4% del 2023. Di conseguenza, nel 2023 l'intensità di CO₂ della produzione globale di energia elettrica ha raggiunto un nuovo minimo storico, il 12% in meno rispetto al picco del 2007. L'Unione Europea ha registrato il più grande allontanamento dai combustibili fossili tra i Paesi che producono più CO₂ dell’intera area OCSE.

In realtà le cose sarebbero andate anche meglio di così se un’ondata di siccità globale (a cominciare da Cina, India, Vietnam e Messico) non avesse tarpato le ali del comparto energetico idroelettrico, che ha registrato il minimo quinquennale. Il “buco” negli approvvigionamenti energetici è stato colmato dalla riaccensione delle centrali a carbone. Il che ha portato a livello globale a un aumento del 1% delle emissioni del settore energetico globale.

Il futuro dell’energia rinnovabile

"Il futuro delle rinnovabili è arrivato", ha dichiarato Dave Jones, direttore delle ricerche di Ember. "In particolare l'energia solare sta accelerando più velocemente di quanto chiunque avesse pensato possibile.” Il solare, appunto: nel 2023 è cresciuto con ritmo velocissimo per il 19° anno consecutivo. Basti pensare che dal 2000 al 2010 la capacità installata globale del fotovoltaico è raddoppiata ogni due anni, poi dal 2010 al 2023 è raddoppiata ogni tre anni. E oggi sono 33 i Paesi con una quota di generazione solare superiore al 10%, tra cui il Cile (20%), l’Australia (17%) e i Paesi Bassi (17%). Fa un discorso a parte la California, al 28%, che è la quinta economia mondiale. Ma la cosa più importante è che secondo il rapporto la tendenza è irreversibile, e bisogna prevedere che il 2024 segnerà una diminuzione del 2% della generazione globale di combustibili fossili. Insomma, il punto di svolta nella storia energetica dell’umanità.

Il problema, ovviamente, è rendere questa discesa sempre più veloce. Com’è noto, alla COP28 di Dubai si è raggiunto un accordo per triplicare la capacità rinnovabile globale entro il 2030 e passare quindi in pochi anni dal 30% al 60% di elettricità rinnovabile su scala mondiale. Gli analisti di Ember sono piuttosto fiduciosi sulle possibilità di farcela: “I principali abilitatori, come l'ambizione politica di alto livello, i meccanismi incentivanti e le soluzioni flessibili, stanno guidando una rapida crescita del solare e dell'eolico, in particolare in Paesi come Cina, Brasile e Paesi Bassi”, si legge nello studio.

Conclusioni positive che sono condivise da Christiana Figueres, ex segretaria esecutiva della UNFCCC e socia fondatrice dell’associazione Global Optimism. Per Figueres, “l'era dei combustibili fossili ha raggiunto la sua data di scadenza necessaria e inevitabile, come mostrano chiaramente questi risultati. È un punto di svolta decisivo: le tecnologie obsolete del secolo scorso non possono più competere con le innovazioni esponenziali e con le declinanti curve di costo dell'energia rinnovabile e dello stoccaggio elettrico. Tutta l'umanità e il pianeta su cui viviamo ne trarrà vantaggio".

 

Immagine: Envato

 

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