“Il 2023 è stato, dal punto di vista operativo, anche migliore del precedente. Presto daremo i dati ma intanto siamo contenti dell’andamento. La raccolta di qualità migliora costantemente!”. Riccardo Piunti, presidente del CONOU, il consorzio italiano degli oli usati, è una solida figura dell’economia circolare, al timone di uno dei consorzi più longevi e sani del panorama europeo.

Materia Rinnovabile lo ha incontrato nel suo ufficio romano, dove sovrintende una rete di raccolta di olio minerale esausto, prelevato da circa 105.000 siti tra officine e industrie. Una filiera circolare efficiente, nata nel 1982 e diventata un modello per tanti altri settori, in tutto il continente.

I dati CONOU riferiti al 2022 sono impressionanti: secondo il rapporto di sostenibilità pubblicato il 30 maggio dello scorso anno, in Italia oltre il 98% delle 181.000 tonnellate di olio esausto raccolte è stato rigenerato, a fronte di una media europea del 61%. Mostrando un modello economico di successo.

Sostenibilità ambientale e anche economica

“Nel nostro sistema le variabili economiche sono tante", spiega Piunti. "Ad esempio i mercati del settore automobilistico e dell’industria possono influenzare i volumi e il prezzo del contributo che viene pagato alla vendita del prodotto vergine. Anche nel 2022 siamo riusciti a tenere il prezzo a 70 euro per tonnellata di prodotto, grazie anche a un aumento della domanda dal settore autotrasporti.”

Il contributo ambientale, da sempre alla base dei consorzi, è uno dei meccanismi economici per strutturare una filiera circolare funzionante, ma ancora troppo poco diffusa a livello globale. “Grazie al contributo molte delle aziende del consorzio non cercano finanziamenti extra (anche se le banche servono sempre) o sovvenzioni da NextGeneration EU con il PNRR. Quello che serve al settore consorziato sono semplificazioni autorizzative, certezza, progetti e ampliamenti, un regime meno complesso”.

Il modello funziona assai bene. Il riciclo di olio esausto nel 2022 ha generato un risparmio di circa 130 milioni di euro sulle importazioni di petrolio. In circa 40 anni di attività, il CONOU ha raccolto 6,7 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, 6 milioni delle quali avviati alla rigenerazione, che ha prodotto 3,5 milioni di tonnellate di olio base. Questo ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di greggio italiane di circa 3 miliardi di euro e un rafforzamento dell’economia degli oli lubrificanti italiani valutata in centinaia di milioni. “Ciò dimostra che la sostenibilità non è una perdita in termini economici”, chiosa con un sorriso Piunti.

Digitalizzazione, inclusione, innovazione

Il consorzio investe risorse costantemente in innovazione tecnologica, comunicazione e sostenibilità. “Uno degli investimenti nel digitale di CONOU è una app che mette insieme soggetti raccoglitori, trasportatori, rigeneratori e produttori del rifiuto. Siamo nella fase di test ed è già stata presentata ai concessionari. In questo modo possiamo rendere ancora più efficiente il sistema di raccolta degli oli usati”, spiega Piunti.

Ma ci sono anche piccoli investimenti che fanno una grande differenza, come la certificazione delle politiche di genere nel consorzio che mira a essere un esempio per tutta la filiera, un tempo esclusivamente maschile, ma che oggi vede sempre più una presenza paritaria e inclusiva delle donne. “Quello della parità di genere è un percorso che abbiamo intrapreso, partendo proprio dal mio team ristretto dove oggi ci sono due donne al vertice del Consorzio, dato che la parità non deve essere solo numerica (in CONOU le donne sono il 52%) ma anche di ruolo”, precisa Piunti. “Per questo certificarsi diventa un processo importante, da un punto di vista umano, ancora prima della mera certificazione non-finanziaria dei bilanci di sostenibilità.”

Infine, il consorzio continua il proprio percorso con il protocollo d’intesa per favorire un sempre maggior utilizzo, nei mezzi per raccolta e distribuzione, di HVO, un biocarburante a basso impatto ambientale che permette di ridurre le emissioni di CO₂ fino al 90%. “La nostra rete di raccolta è fatta da imprese da sempre sensibili e coinvolte nel tema del rispetto dell’ambiente, dedite da decenni a una mission ambientale e che, pertanto, dimostreranno grande disponibilità a partecipare a questa campagna”, conclude Riccardo Piunti.

 

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Immagine: CONOU

  

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