È stato nominato il 267° Papa: alle 18.07 di giovedì 8 maggio 2025, dal comignolo sul tetto della Cappella Sistina è arrivata la tanto attesa fumata bianca. È Robert Francis Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV.

Nato a Chicago, compirà 70 anni il 14 settembre, ed è il primo papa nordamericano e il primo statunitense, ma oltre a quella statunitense, Leone XIV ha anche la cittadinanza peruviana. Prevost è stato infatti prefetto del Dicastero per i vescovi e presidente della Pontificia commissione per l'America Latina, una regione che conosce bene perché ha avuto una lunga esperienza missionaria, durata vent’anni, in Perù, dove è anche stato vescovo di Chichlayo. Appartenente all’ordine degli agostiniani, è diventato arcivescovo a gennaio 2023, e Papa Francesco lo ha reso cardinale a settembre dello stesso anno.

I cardinali lo hanno eletto al quarto scrutinio, più velocemente di quanto accadde nel 2013 a Jorge Mario Bergoglio che era stato eletto al quinto, sempre nella seconda giornata del conclave.

Papa Prevost Leone XIV ha cominciato il proprio saluto dicendo “La pace sia con tutti voi”, e nel suo primo discorso, affacciato su una Piazza San Pietro affollata da centomila persone in attesa, ha ribadito più volte l’invito alla pace, menzionando spesso Papa Francesco e la sua benedizione data nel giorno di Pasqua, il giorno prima della morte.

Ha poi sottolineato i concetti di uguaglianza e unione, l'importanza di "costruire ponti" e della "Chiesa missionaria". Ha parlato brevemente anche in spagnolo, ringraziando la diocesi di Chichlayo, per poi rivolgere un “saluto speciale” alla diocesi di Roma, di cui è diventato vescovo con l’elezione al papato.

Prevost: sulla crisi climatica è tempo di passare "dalle parole ai fatti"

Un segnale positivo sembra emergere da questa elezione per quanto riguarda la lotta alla crisi climatica. Come racconta VaticanNews, infatti, in un seminario organizzato il 28 novembre a Roma dalle ambasciate di Cuba, Bolivia e Venezuela presso la Santa Sede diversi cardinali si sono riuniti per discutere degli impatti globali della crisi ambientale in corso. E tra questi c'era anche l'allora cardinale Prevost, oggi nuovo Papa Leone XIV.

Mentre Bergoglio aveva inviato una lettera ai partecipanti per puntare l'attenzione sul fatto che gli impatti maggiori del climate change sono sofferti dalle nazioni più povere, Prevost sottolineava come fosse tempo di passare “dalle parole ai fatti”.

La risposta alla sfida ambientale, per Prevost, deve basarsi sulla Dottrina sociale della Chiesa: il “dominio sulla natura” non deve diventare “tirannico”, ma deve essere un “rapporto di reciprocità” con l'ambiente.

Prevost aveva poi messo in guardia dalle conseguenze “dannose” dello sviluppo tecnologico, ribadendo l'impegno della Santa Sede per la tutela dell'ambiente, elencando esempi come l'installazione di pannelli solari e il passaggio a veicoli elettrici in Vaticano.

L’“ecologia integrale” di Papa Prevost Leone XIV

La visione dell’ambiente di Papa Leone XIV si intreccia con l’aspetto sociale, in continuità con il concetto di “ecologia integrale” proposto dall’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. Questo approccio considera la crisi ecologica come un problema complesso che coinvolge non solo la natura, ma anche la società, la cultura e l’economia, con un’attenzione particolare alle persone più povere e marginalizzate. Tra queste, le persone migranti.

Infatti, nella sua esperienza in Sud America il nuovo Papa ha spesso mostrato particolare attenzione per i circa 1,5 milioni di migranti venezuelani che si sono trasferiti in Perù per sfuggire alla crisi economica del loro paese. Inoltre, in passato Prevost ha dichiarato che “il vescovo non deve essere un piccolo principe seduto nel suo regno”, dimostrando anche qui vicinanza con il predecessore Francesco.

Leggi anche: Il papa venuto dalla “fine del mondo”, che ha parlato al “Sud del mondo”

 

In copertina: Papa Prevost © Mazur/cbcew.org.uk