Gli Stati Uniti si preparano a una significativa inversione di rotta nelle politiche ambientali del settore trasporti. L’amministrazione Trump ha annunciato la proposta di allentare gli standard federali sul risparmio carburante, superando le norme introdotte durante l’era Biden, considerate un pilastro per accelerare la diffusione dei veicoli elettrici e ridurre le emissioni. Il comparto dei trasporti rappresenta il 28% delle emissioni statunitensi di gas serra nel 2022 secondo il Dipartimento dell’energia, un valore che ne fa la principale fonte inquinante del paese.

Gli standard precedenti prevedevano che le case automobilistiche raggiungessero un’efficienza media di circa “50 miglia per gallone entro il 2031”, quasi il doppio dei livelli attuali, pari a “27 miglia per gallone”. Per le auto passeggeri ciò significava un miglioramento annuo del 2% su base costante e un progressivo spostamento del mercato verso tecnologie a basse o zero emissioni.

Obiettivi ridotti: da 50 a 34,5 miglia per gallone

La National Highway Traffic Safety Administration ha proposto nuovi standard meno rigorosi, che fissano l’obiettivo a circa 34,5 miglia per gallone entro il 2031. La revisione elimina inoltre il meccanismo dei crediti, attraverso il quale i costruttori meno efficienti potevano acquistare compensazioni da aziende come Tesla. Questo sistema, secondo la nuova amministrazione, avrebbe “artificialmente alimentato l'industria degli EV”, sostenendo in modo distorto la competitività dei veicoli elettrici.

Le reazioni al cambio di rotta mostrano una divisione netta tra industria e ambientalisti. Ford, con un portafoglio storicamente orientato verso SUV e pick-up, ha definito il nuovo assetto regolatorio una “vittoria del buon senso”, più allineata alla domanda di mercato e alle strategie produttive. Al contrario, le principali organizzazioni ambientaliste giudicano la riforma un passo indietro dal punto di vista climatico e sanitario. Secondo la Sierra Club, il rollback comporterà maggiori emissioni e un aumento dei costi di carburante per le famiglie, con ricadute negative soprattutto su bambini e anziani.

Impatti economici, climatici e industriali

La revisione degli standard modifica le aspettative sugli investimenti nell’auto elettrica. Le norme dell’era Biden avrebbero evitato, secondo le stime governative, oltre 700 milioni di tonnellate di CO₂ entro il 2050, riducendo la dipendenza dal petrolio e garantendo risparmi sui costi di utilizzo per gli automobilisti. L’amministrazione Trump sostiene invece che un approccio più flessibile possa ridurre il prezzo delle auto di circa mille dollari, contro un risparmio stimato di 600 dollari in carburante secondo le precedenti regole.

Le case automobilistiche con flotte meno efficienti, tra cui General Motors, Stellantis e Ford, avevano espresso dubbi sulla possibilità di rispettare i target senza una crescita significativa delle vendite di veicoli elettrici. GM aveva ipotizzato persino la chiusura di linee produttive in caso di mancato adeguamento del mercato.

La proposta entrerà ora nel processo formale di rule-making, aprendo una fase di consultazione pubblica che definirà l’effettiva portata della svolta normativa. Nel frattempo, il dibattito resta acceso: per gli ambientalisti, questa decisione di Trump rappresenta un favore all’industria petrolifera, mentre per parte del settore automotive è un riequilibrio necessario tra sostenibilità, costi e competitività.

 

In copertina: immagine Envato